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venerdì 4 dicembre 2015

La famiglia Bélier

La famiglia Bélier è un film francese del 2014 che ha avuto un grande successo nelle sale e ha ricevuto infatti anche il premio Salamandre d'or del pubblico.
Il regista dichiara di aver scelto di rappresentare il soggetto famiglia, perché da sempre appassionato al tema e regala al pubblico un film in cui il microcosmo famigliare è al centro degli avvenimenti.
La sua scelta cade sulla descrizione di una famiglia particolare, un escamotage narrativo per esprimere come ogni famiglia sia unica, in quanto composta da individui diversi in una coesa relazione tra loro che influenza e in parte definisce le identità personali.
"La famiglia Bélier" di Johnny Freak - fotogramma. Con licenza Copyrighted tramite Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/File:La_famiglia_B%C3%A9lier.png#/media/File:La_famiglia_B%C3%A9lier.png
I temi che vengono sviluppati durante la narrazione cinematografica sono quindi quelli dell'identità individuale, famigliare e di comunità e del loro intreccio, dell'amore inteso anche come passione verso le proprie aspirazioni e della crescita personale.
Di per sé la sceneggiatura segue un cliché conosciuto, teso a ricreare nello spettatore una partecipazione ed identificazione, a volte forzatamente commoventi, con gli avvenimenti e i vissuti degli attori: la protagonista adolescente intraprende un percorso tormentato di scelta tra la realizzazione del proprio essere, verso una consapevole età adulta, e le pressioni dell'ambiente con cui vive a stretto contatto, la famiglia, che le impediscono (inizialmente) di trovare il coraggio di partire per la propria strada.
(Attenzione spoiler!)
Questo copione viene però condito di elementi nuovi: un umorismo e una leggerezza mai sconfinanti nell'eccesso e la rappresentazione delle distanze tra figli e genitori attraverso l'utilizzo di una metafora che non ha fraintendimenti per il pubblico: la condizione sordo-muta da parte di tutti i membri, tranne che per la figlia protagonista, rappresenta l'impossibilità di reale comprensione che può esistere tra persone differenti, nonostante l'affetto, la partecipazione e l'amore da cui possano essere uniti.
Paula, adolescente matura e responsabile, si prende "cura" della sua famiglia, facendo da ponte tra il loro mondo di non udenti e ciò che ruota intorno alla comunicazione verbale. Un compito importante, che essa svolge serenamente affiancando, anche se sempre in seconda battuta, tutti i bisogni di relazione e di scoperta di sé nel mondo di cui un figlio necessita per crescere e che hanno il loro acme con l'adolescenza.
E' infatti durante la sua vita fuori dalla fattoria dei genitori che Paula scopre la sua abilità, poi passione, per il canto: attraverso un linguaggio leggero, mai drammatico, in una situazione che ha del paradossale, il pubblico scopre come le peculiarità degli individui all'interno del nucleo-famiglia possano essere nette e stridenti tra loro: non esistono torti o ragioni, esiste solo l'impossibilità di abbracciare pienamente ciò che l'altro esprime di sé.
Fino a quando Paula non scopre la sua passione per il canto, che rappresenta nel film l'uscita dall'infanzia (anche attraverso l'immagine della prima mestruazione), la comunicazione tra i componenti avviene attraverso un registro egoisticamente, ma umanamente, imposto dai genitori, che non possono tradire la propria identità, molto forte anche nella coppia.
La crasi, la rottura, più o meno turbolenta con ciò che viene trasmesso dai genitori e la vocazione personale ha luogo quindi nell'adolescenza e anche nella famiglia Bélier il cammino verso l'età adulta della figlia maggiore, non si avvia senza scossoni, conflitti, egoismi, litigi e incomprensioni, nel senso letterale! Perché se fino a quel momento l'identità sordo-muta famigliare era stata protetta, ora viene messa in discussione dalle scelte di vita filiali (esilarante è la confessione della mamma ubriaca che racconta alla figlia di aver pianto alla sua nascita per la notizia che ella ci sentisse, non per la gioia, bensì la preoccupazione di avere come figlio un individuo di cui spaventa la diversità-distanza!).
Abbandonare la fattoria e le attività di famiglia per...cantare, quale scelta più bizzarra!
Nella scena della recita scolastica a cui i genitori assistono senza poter, ovviamente, cogliere a fondo il dono della figlia, il regista ci rivela come non si tratti di malevolenza, piuttosto di mancanza (persino fisica) di strumenti di comprensione (nda la comunità sordo-muta francese si è dichiarata molto contraria al film, proprio per lo stereotipo negativo che contribuisce a diffondere su una identità sordo-muta incapace di apprezzare la musica, ma io credo sia solo un espediente del regista, sebbene non totalmente politically correct, per rappresentare questa distanza tra genitori e figli e la sordità dei primi verso le aspirazioni dei secondi).
Per la stessa ragione, vien da riflettere, un padre avvocato o una madre insegnante di matematica, potrebbero non avere gli strumenti cognitivi o culturali per capire le scelte di un figlio attore.
E' dopo l'esibizione canora della figlia però che nella famiglia Bélier si insinua il dubbio.
La scelta di Paula di rinunciare a se stessa ormai è compiuta, non se la sente di uscire dal nucleo attraverso una presa di posizione che rompe gli schemi della famiglia, ma per fortuna il padre fino a quel momento "sordo", ora è disposto a sentire con il cuore e a coinvolgere la moglie. 
Non si tratta più di capire, ma di accettare. Con fiducia.
Di lasciar andare.
E' un lutto da elaborare, bisogna accettare di stare male, vale sia per l'individuo che per la famiglia: lasciare il nido, partire, confrontarsi da soli con il mondo, scegliere di essere ciò che si sente dentro, tutto ciò comporta l'accettazione dell'incertezza, del rischio, ma sarebbe ben più rischioso e ben più pericoloso rinunciare (o da genitori chiedere ai propri figli di rinunciare) alle proprie ali.
"Io mi chiedo, sul mio cammino,
se i miei si rendano conto
che le mie lacrime hanno bagnato le mie promesse
e la voglia di andare avanti.
Semplicemente credere nella mia vita,
vedere ciò che ho promesso a me stessa"
 traduzione di una parte del testo di Je vole di Michel Sardou

Nel video sotto la canzone interpretata dalla protagonista del film. 
Non inserisco appositamente la scena finale del canto, per non compromettere l'intera visione del film! :)


2 commenti:

  1. Adoro questo film! l'ho visto due volte di seguito.

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    Risposte
    1. Uh come ti capisco! Io l'ho regalato alle mie nipoti adolescenti da tanto che lo adoro e spero possa essergli di ispirazione!:)

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