C'è una ragazza seduta sotto il grande albero che nelle mattine fresche della riviera fa vibrare le foglie al vento.
C'è una ragazza. In silenzio. Seduta.
C'è una ragazza e il tempo è come sospeso, l'albero e le foglie immobili. Il vento ha smesso di soffiare. Le cicale di cantare.
Vicino a lei muto, un andirivieni triste di giovani sconvolti, spaventati.
L'estate che si è portata via Daniele li ha cambiati, per sempre.
A diciassette anni morire non è un concetto ammissibile, non lo è mai a dire il vero, soprattutto se si svela vigliacco: non si può immaginare che i progetti della serata, della vacanza, del rientro, della Vita, possano venire spezzati in pochi minuti, nel tempo e nel tragitto che separa dai saluti sotto l'ombrellone al rivedersi sul lungomare dopo il crepuscolo.
C'è una strada lunga e dritta che dalla spiaggia porta verso l'interno della città, c'è una strada lunga e dritta come il fiume che la costeggia fino tuffarsi nel mare, c'è una strada percorsa tante volte, sul viso l'aria fresca.
C'è un strada che porta dagli amici e poi di nuovo a casa, da mamma e papà.
Ora sono tutti qui, dopo la più assurda delle telefonate, quella il cui sol pensiero fa trasalire il cuore.