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lunedì 19 marzo 2018

L’altra me, nell’universo parallelo delle non-rinunce.

La notizia di oggi che esiste un Universo parallelo e speculare al nostro all'approssimarsi del Big Bang, mi ha ricordato questa bozza scritta ad Aprile del 2015 e mai pubblicata; vista l'attualità  e l'intuizione scientifica che la caratterizza, mi sembra giusto farlo ora. :)

Esiste un Universo parallelo a questo.

Veramente credo ne esistano di milioni, ma la mia mente non è una mente matematica e si ferma ad uno, quello più prossimo: quello che sfiora questo.
Nell'universo parallelo, l'altra me è come me, ma senza le mie rinunce, infatti è po’ diversa.
L’altra me mi somiglia perché anche lei è una mamma, però disegna meglio.
Questo perché dopo le scuole medie ha fatto il liceo artistico.
Ha fatto il liceo artistico per il gusto di disegnare e colorare, senza perché e per come, senza pensare alle opportunità di impiego lavorative future.
A tredici anni non si fanno calcoli né previsioni, li fanno gli altri per te, e li fanno sbagliati.
A tredici anni il futuro è il seme dentro di te che deve germogliare, devi solo continuare a far ciò che ti piace fare.
L’altra me fa l’artistico e impara a disegnare, pitturare, manipolare la creta e tutte le altre arti che si imparano al liceo e le mette da parte.
Poi in quegli anni arriva in casa il computer, uno scatolone che macina formule e restituisce immagini, suoni e movimenti. Lei invece di guardarlo con sospetto e tenersene alla larga, in quanto territorio fraterno, ha l’intuizione che possa diventare un prezioso strumento di creatività e ne coltiva l’utilizzo.
Gli anni passano, desidera viaggiare, conoscere, mettersi alla prova.
Per la Maturità chiede il permesso e le sovvenzioni economiche di andare a fare un’esperienza studio-lavorativa all’estero. Li ottiene, un po’a fatica, ma li ottiene entrambi.
Quale meta? InterRail? Irlanda? Spagna o Londra?
InterRail, quello che in questo Universo è rimasto nel limbo dei desideri che non osano realizzarsi.
È una bella esperienza cavarsela da sola, conoscere persone e realtà differenti e come spesso accade in questi casi, si aprono nuovi scenari, nuove opportunità. Infatti capisce che potrebbe continuare a viaggiare, sovvenzionandosi da sola, lavorando nei villaggi turistici. D’altra parte le è così naturale: ballare, inventare coreografie, recitare, dirigere piccoli spettacoli, creare costumi per la scena (l’altra sua grande passione: il cucito e il disegno di abiti).
Non persegue la strada del lavoro nei villaggi con costanza e dedizione, quello è solo un mezzo per fare le cose che le piace fare guadagnando qualche soldo.
Insomma ottiene un po’ di autonomia facendo le cose che le piacciono.
Intanto l’altra me deve anche decidere come continuare la sua carriera scolastica.
Nell'universo delle non-rinunce in realtà c’è spazio per fare diverse cose: psicologia è una tentazione, così come lo studio dell'arte e dello spettacolo oppure…beh certo se esistesse le piacerebbe la facoltà di moda che esiste oggi in questo Universo…ma all'epoca non credo esistesse neanche in quello parallelo e poi le tecnologie non sarebbero state così sviluppate da renderla interessante come è...insomma la scelta ricade sulla facoltà di Psicologia, anche per l’altra me, ma non ha rinunciato (ovvio è l’universo delle non-rinunce!) all'Erasmus e tanto meno a continuare a disegnare e ballare.
E quell'eterno fidanzato che ha zavorrato gli anni della meglio gioventù?
L'altra me non sarebbe scesa a patti, non avrebbe scambiato neanche un briciola di libertà, con un pacco di affetti sicuri, ma avvolgenti al soffocamento!
Questo fidanzato sarebbe stato una ridente meteora in mezzo alle altre.
A volte accade però l’inspiegabile.
Gli Universi che sono paralleli perché corrono l'uno vicino all'altro come i binari di un tram, sono in realtà percorsi da gallerie spazio-temporali, enormi corridoi che li attraversano come i buchi del groviera.
Qui i due Universi si toccano, si sfiorano. Le possibilità che attraverso questi buchi le “due te”, le due tue anime si possano incontrare sono remote, quasi inesistenti, ma a volte capita che si scorgano attraverso queste gallerie. 
E’ un attimo, è come il tuffo al cuore di due amanti che si scorgono su due treni che viaggiano in direzione opposta: l'uno per ricongiungersi con l'altra, invano sì, ma ora sanno che si stanno cercando.
Incredule e meravigliate le due anime si guardano di sottecchi, si riconoscono e infine decidono di accogliersi e si completano.
E i due Universi si fondono in un unico destino, come se non fossero mai esistiti i due binari paralleli.
Sarà per quello che oggi aprendo l’armadio alla ricerca dell'outfit quotidiano, ho percepito da un angolino remoto e buio una obbrobriosa accozzaglia di colori dissonanti colpire con violenza i coni della mia pupilla: era l'odiata giacca da sci, acquisto di un lontano passato, ma che ancora oggi mi suscita imbarazzo e perplessità: ma come ho potuto comprarla?!
Infatti non credo fosse stata una scelta, ma una parallela rinuncia a scegliere.




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