"Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore."
Italo Calvino
Lei non vola. Ma plana lo stesso sulle cose dall'alto, perchè fa salti altissimi.Enrica Tesio, 36 anni, due figli, due gatti, un lavoro, una separazione. PAUSA.
La maggior parte di noi si sarebbe a questo punto un po' impantanata…
lei preme il tasto AVANTI veloce e dopo la separazione partorisce un blog di successo, che parla “di” e “alle” emozioni, e ora un libro di successo (chevvelodicoafa’?), plasmato da una costola del suo diario in rete.
Ma come sboccia una così grande affermazione personale da un evento non proprio catalogabile come “lieto” né banale da gestire come la fine di un amore, con ulteriori annessi e connessi soprattutto quando si parla di famiglia?
La mia impressione è che tutto scaturisca proprio dalla sua capacità di leggerezza, di planare sulle cose dall'alto, senza rancori, né rimpianti, ma con la forza dell’osservare se stessi e il mondo con ironia e indulgenza.
In una parola, una che piace tanto a noi psicologi, grazie alla sua resilienza.
Ma lei, copywriter di mestiere, già sorride pensando alla morbistenza di un famoso spot. Che è poi la stessa cosa: resistenti e morbidi al tempo stesso per assorbire gli urti (lo so che la pubblicità trattava altre delicate umane questioni!) senza uscirne in frantumi, “a pezzi”, ma pronti a cogliere le nuove occasioni che la vita offre.
Il suo blog e il suo libro aiutano a tradurre (qui anche nel suo significato etimologico) il linguaggio psicologhese ostico da caRpire, in un linguaggio che trasporta il lettore dentro i propri vissuti fino al nocciolo delle emozioni.
E così noi (psicologi) parliamo di compresenza degli stati dell’Io e lei risponde con la matrioska di figure femminili, noi diciamo “madri sufficientemente buone” e lei risponde con il blues della maternità, noi ribattiamo comunicazione assertiva per risolvere i conflitti di coppia e lei affonda con
“ [...] poi c’è quel piccolo problema, che Sara in amore trova più importante avere ragione piuttosto che essere felice” (dal romanzo “La verità, vi spiego, sull’amore” di E. Tesio)Noi ancora a discutere della influenza della narrazione di sé nella costruzione dell’identità personale (e culturale) e lei scodella uno splendido romanzo autobiografico e possiamo quasi immaginarla mentre mette insieme i pezzi del racconto e intanto il suo racconto rimette insieme e riconcilia tra loro parti di lei, restituendo infine una versione rinnovata di sé e fornendo un “modello” di identità e di capacità di azione per i membri della sua grande e affezionata comunità mediatica (non è una supercazzola, è un pensiero tratto da J. Bruner "La cultura dell'educazione", Feltrinelli)
Questa è l’irresistibile leggerezza (di essere) Enrica.
Ed in generale di essere artista.
Nostro compito, quindi, di paladini del benessere, di difensori dell’epifania del sè, di jedi dell’autoaffermazione, è cogliere queste preziose similitudini e farne tesoro, utilizzandole per meglio esprimere concetti altrimenti ingarbugliati e un po’abulici.
Ché il linguaggio dell’artista è così: che sia scrittore, musicista, pittore o poeta, egli (o ella) possiede il satellitare con i percorsi più brevi e diretti per arrivare al cuore e fare breccia, mentre il nostro navigatore, col segnale perennemente interrotto, spesso ci pianta lì sul più bello in attesa della rielaborazione del percorso…
In sostanza, volete sapere “qualcosa di più” sull’amore? Leggete il libro! :)
Qui dovrebbe esserci il selfie con Enrica Tesio! La prossima volta non me lo dimenticherò! |
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