Immagine tratta dal sito Disneystore a puro scopo esemplificativo |
Film che all'epoca dell'uscita, tutta la nostra famiglia aveva visto (dietro mia insistenza!) e che ci aveva lasciato di ghiaccio, non per i suoi contenuti, bensì per motivi legati alla proiezione cinematografica nel multisala.
Tornando a Facebook, la mamma in questione si stupiva e si dispiaceva che tutte le bimbe, le sue comprese, prediligessero e si immedesimassero nella figura della principessa Elsa (favore confermato e fomentato anche dal marketing di gadget che ruota intorno alla principessa del ghiaccio) piuttosto che preferire la sorella Anna, che di contro sembra essere la beniamina delle mamme.Frozen per chi non lo avesse visto è un film ispirato alla fiaba La regina delle nevi e narra le vicende di due sorelle principesse di un remoto regno situato su un fiordo della penisola scandinava e quella che segue è la mia personale interpretazione e lettura dei fatti della storia.
Trailer ufficiale di Frozen
Attenzione spoiler!
Una sorella, la più piccola, Anna, è carina, dolce, vivace, intraprendente, sbaglia ma si corregge, piena di vita e di immaginazione, una bambina molto capace, ma in fin dei conti...nella norma. L'altra, la maggiore, Elsa, forse meno creativa, più seria, meno gioiosa, ma è lei che è speciale perchè detiene dei poteri, non comuni, che la rendono UNICA.
Poteri che vengono considerati, purtroppo in primis dai suoi GENITORI, terribili, pericolosi, orrendi. Questi due premurosi e affettuosi genitori infatti, re e regina, non si preoccupano di accettare e aiutare Elsa a gestire queste sue unicità e specialità, ma quando la stessa, quasi spedisce all'altro mondo la sorellina, dopo che dietro l'insistenza della stessa usa i suoi poteri per giocare insieme, le vietano assolutamente di utilizzarli ancora e la aiutano a nasconderne i segni, cancellando e soffocando (la loro speranza è per sempre) il suo vero essere.
Le due principesse crescono, i genitori MUOIONO, la più grande delle sorelle (nonché la più matura e saggia forse proprio per la consapevolezza del segreto che nasconde) si accinge a diventare regina.
Ci sarà una grande festa nel loro piccolo regno, alla quale parteciperanno i più importanti titoli nobiliari dei reami vicini.
Anna, la sorella più piccola, come da solito copione fiabesco, si innamora a prima vista del primo principe che passa da lì e...decide di sposarsi seduta stante!! Non le sorge neanche il minimo dubbio su questo fantomatico principe che senza neanche conoscerla chiede la sua mano, le sembra tutto normale: probabilmente pensa: "è ovvio! Son così preziosa!"
Come si conviene però in un reame di tutto rispetto, essi devono ottenere l'approvazione della sorella, futura regina. E la vogliono subito proprio durante la festa organizzata per celebrare la nuova regnante.
Che di fatto è leggermente contrariata. Già tutta impegnata e preoccupata a mantenere nascosto in pubblico il "suo terribile segreto", non ha molta voglia nè possibilità di dare grandi spiegazioni, cerca di far ragionare la sorella, un po' leggerina, ma i due innamorati non vogliono proprio sentire questioni.
A questo punto succede l'irreparabile. L'emozione ha il sopravvento, e tutto ciò che è stato così a lungo trattenuto trabocca e nel peggiore dei modi. Vi sembra strano? Non sono proprio di questi tempi le cronache di disastri naturali che si abbattano su città dove amministrazioni incaute e irresponsabili han pensato di poter facilmente e senza conseguenze intrappolare la forza di elementi naturali, come l'acqua dei fiumi, che poi al primo intoppo, alla prima difficoltà, irrompe fuori con una maggiore potenza e numerosi danni?
La povera Elsa scappa via dal suo Regno, dalla sua gente, dagli amici e dalla famiglia, fugge come nel peggior incubo medioevale, inseguita dal suo popolo inferocito che urla "dalli alla strega"!
Forse è a questo punto che succede ciò che la rende un po' antipatica ad alcune mamme (ma non alle loro figlie, sensibili e affascinate dai poteri che rendono unico ciascuno di noi, fin dalla propria nascita).
Elsa NON SI PENTE, non chiede scusa.
Le previsioni per il suo futuro non son rosee: in mezzo al ghiaccio, che è il suo elemento nel quale può esprimersi, ma è SOLA, isolata.
Lei però non si abbatte nè si sconforta e inizia a cantare: Let it go, LASCIALO ANDARE, libera il tuo essere, e finalmente crea, si esprime, intorno a lei nascono paessaggi incantati di ghiaccio e diventa anche più...bella (e sensuale)...finalmente se stessa!
Vi invito a leggere il testo (e la traduzione) della canzone che fa venire i brividi per come racconta la storia di una bambina, istruita ad essere una brava ragazza secondo il volere di mamma e papà (e altri adulti conniventi) e non secondo il volere di se stessa!
"Lascialo andare, lascialo andare
quella ragazza perfetta se n'è andata
Sono qui sotto la luce del giorno
lascia che la tempesta s'infuri
il freddo non mi ha mai annoiata."
Fino a qui Disney ci ha stupite. Utilizzo a ragion veduta il femminile, perchè questo film racconta alle bimbe (e alla Bambina dentro ogni donna): sii te stessa, senza prìncipi nè eroi, sei speciale, perchè i tuoi poteri sono belli e unici.
Poi il seguito...è la solita minestra.
Anna finalmente si rende conto che forse qualcosa le era sfuggito e parte alla ricerca di sua sorella, la quale intanto è Regina di un regno ghiacciato di solitudine, ma per lo meno è serena.
Se non fosse che a partire alla ricerca di Elsa è anche un drappello di uomini comandati dallo pseudo principe promesso sposo di Anna, che si rivelerà essere un gran farabutto.
Anna alla fine lo scopre che il principe è un essere spregevole (come si fa a non giudicarla un po' tontarella? Non si accorge di quasi nulla di ciò che accade attorno a lei!) ma essendo l'eroina della storia, rinuncerà all'amore vero per un boscaiolo conosciuto nel frattempo (dato che si rende conto che il principe non era ciò che prometteva, rivolge il suo interesse verso un altro eroe, di estrazione più umile, ma di animo sinceramente nobile) per salvare la sorella dall'uccisione da parte di chi la ritiene una strega, un pericolo.
La favola avrà il lieto fine, ovviamente. Tutti vissero felici e contenti è sempre una certezza. Ma saranno tutti felici e finalmente se stessi?
Qualche dubbio rimane.
Elsa fa pace con tutti i lati del suo essere, soprattutto perchè viene accettata dalla comunità, anche se deve pagare lo scotto di redimersi (almeno un po') pubblicamente. Ora però i suoi poteri non fanno più paura nè a lei nè al suo prossimo, finalmente sono manifesti e vengono usati apertamente e positivamente.
Anna...beh Anna sembra trovare la sua realizzazione nell'unione con il Principe Azzurro delle fiabe, che in questo caso non è nè principe nè azzurro, ma comunque si prende cura di lei, la ama e la accudisce durante tutto lo svolgersi delle prove avventurose. Forse non impersona il suo Salvatore finale, visto che le due sorelle si salvano vicendevolmente tra loro, ma le offre il tanto anelato epilogo romantico...di cui era alla ricerca sin dall'inizio.
Alla luce di tutto questo, io lo capisco perchè le bambine preferiscono Elsa.
- "Ha i poteri" - è la loro risposta, e io aggiungo che il suo canto è la manifestazione della conquistata libertà del suo essere: tutti nascono con i propri poteri e nessuno ha il diritto di imporre il loro abbandono!
Non ho figlie femmine, ma auguro ai miei due maschietti e alle mie care nipoti ed in generale a tutti i bambini e al Bimbo che ogni adulto è stato, di intonare sempre chiaro e forte durante tutto l'arco dell'esistenza il proprio canto Let it go.
Fino a qui Disney ci ha stupite. Utilizzo a ragion veduta il femminile, perchè questo film racconta alle bimbe (e alla Bambina dentro ogni donna): sii te stessa, senza prìncipi nè eroi, sei speciale, perchè i tuoi poteri sono belli e unici.
Poi il seguito...è la solita minestra.
Anna finalmente si rende conto che forse qualcosa le era sfuggito e parte alla ricerca di sua sorella, la quale intanto è Regina di un regno ghiacciato di solitudine, ma per lo meno è serena.
Se non fosse che a partire alla ricerca di Elsa è anche un drappello di uomini comandati dallo pseudo principe promesso sposo di Anna, che si rivelerà essere un gran farabutto.
Anna alla fine lo scopre che il principe è un essere spregevole (come si fa a non giudicarla un po' tontarella? Non si accorge di quasi nulla di ciò che accade attorno a lei!) ma essendo l'eroina della storia, rinuncerà all'amore vero per un boscaiolo conosciuto nel frattempo (dato che si rende conto che il principe non era ciò che prometteva, rivolge il suo interesse verso un altro eroe, di estrazione più umile, ma di animo sinceramente nobile) per salvare la sorella dall'uccisione da parte di chi la ritiene una strega, un pericolo.
La favola avrà il lieto fine, ovviamente. Tutti vissero felici e contenti è sempre una certezza. Ma saranno tutti felici e finalmente se stessi?
Qualche dubbio rimane.
Elsa fa pace con tutti i lati del suo essere, soprattutto perchè viene accettata dalla comunità, anche se deve pagare lo scotto di redimersi (almeno un po') pubblicamente. Ora però i suoi poteri non fanno più paura nè a lei nè al suo prossimo, finalmente sono manifesti e vengono usati apertamente e positivamente.
Anna...beh Anna sembra trovare la sua realizzazione nell'unione con il Principe Azzurro delle fiabe, che in questo caso non è nè principe nè azzurro, ma comunque si prende cura di lei, la ama e la accudisce durante tutto lo svolgersi delle prove avventurose. Forse non impersona il suo Salvatore finale, visto che le due sorelle si salvano vicendevolmente tra loro, ma le offre il tanto anelato epilogo romantico...di cui era alla ricerca sin dall'inizio.
Alla luce di tutto questo, io lo capisco perchè le bambine preferiscono Elsa.
- "Ha i poteri" - è la loro risposta, e io aggiungo che il suo canto è la manifestazione della conquistata libertà del suo essere: tutti nascono con i propri poteri e nessuno ha il diritto di imporre il loro abbandono!
Non ho figlie femmine, ma auguro ai miei due maschietti e alle mie care nipoti ed in generale a tutti i bambini e al Bimbo che ogni adulto è stato, di intonare sempre chiaro e forte durante tutto l'arco dell'esistenza il proprio canto Let it go.
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