E' la dimensione del viaggio che libera il pensiero dalle briglie domestiche, permettendogli di "spaziare" verso gli orizzonti tracciati dalle nuove connessioni sinaptiche.
Qualche sabato fa abbiamo pedalato tra le acacie fiorite lungo la Dora, sullo sfondo, un elemento insolito, ma a suo modo integrato nel paesaggio: stagliata netta, la linea della tangenziale, percorsa dalla fila di automobili che si rincorrono all'infinito, ma rese inaspettatamente mute dalla distanza e dal cinguettio che sovrasta il rombo dei motori.
Chupito - mamma, sai cosa voglio fare io da grande?
Io - No!
Chupito - il giocatore di bocce...
Io - ahhhhh
(geniale: un passaggio diretto dall'infanzia alla pensione, mica male come progetto!)
Chupito - Sai pecchè?
Io - no.
...
(Salita)
puff pant, pant puff
Chupito - pecchè devi prendere la mira per coppire il boccino
Io - Capito.
I pedali compiono alcuni giri, mentre in silenzio ci immergiamo nei suoni del parco.
Ma il discorso non è evidentemente conclusosi, perché il piccolo incalza con...
...e tu mamma, cosa vuoi fare da grande?
La domanda mi colpisce alle spalle come la scuzzetta del nonno colpisce la burba ingenua che non se l'aspetta.
Inevitabile il susseguirsi di "pippe" mentali mie: oddio perché mi fa questa domanda? non gli sembro ancora grande...è un bene, o un male?...nooo cosa direbbe Freud?! Ma chettefrega di cosa direbbe Freud, non è che lo devi vedere domani! Però non va bene, io SONO grande, non vecchia, ma grande, ora gli faccio vedere che spalla-spalla sono molto più grande di lui, tiè! Gnegnegnegné)
Persa nei miei dubbi, mi dimentico di formulare una risposta decente, e di fatto si concretizza in parole solo un onesto, quanto disarmante:
Io? Io...veramente io non lo so...non ho ancora deciso.
Chupito - Forse lo so io cosa dovresti fare mamma.
Io - Cosa?
E ora io lo voglio sapere. Credo davvero nella rivelazione, nella folgore vocazionale che mi colpisce pronunciata dalle labbra appiccicaticce di caramella del sangue del mio sangue.
Cosa? Questa domanda si amplifica nella mia mente, si diffonde fino a saturare gli immensi vuoti tra gli atomi di materia di cui siamo fatti, io divento la mia domanda, io SONO domanda che non desidera altro che esistere nello specchio della risposta di chi mi è di fronte, sebbene fanciullo di quattro anni, anzi forse proprio in virtù di questo, spero ancor più privo di filtri e sofisticazioni.
Orsù dunque, sono pronta...
dimmi...cosa dovrei fare io da grande?
Chupito - La signora che fotografa gli insetti.
...vacillo sulla bici.
Mi fermo.
Poi penso: beh è di nicchia.
...perché non ci ho pensato prima?
Mi rimetto in sella.
La signorina blatta mentre prende il sole in desabillè sul marmo della cucina. CLIC un sorriso per la stampa, grazie! |
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