Ho scoperto nella città della lanterna una vera passione per i panni stesi: gli intrecci dei fili scorrevoli che attraversano crêuze e vicoli sono vere composizioni artistiche. Dai panni stesi si possono conoscere i dettagli di chi abita un luogo: l’età, la presenza di bambini, la vita sentimentale quasi sessuale, il tipo di lavoro, l’estrazione sociale: i panni stesi sono una ricerca ISTAT a cielo aperto. Dalla biancheria stesa traspaiono senza pietà le piccole ossessioni personali, perché passi lo stendere per colore, ma ho veduto fili di panni per sfumatura degradante, finanche assemblati per dimensioni.
I panni stesi sono l'esito positivo di un processo casalingo di problem solving: perchè se i panni sporchi si lavano in famiglia, quelli lindi e puliti possono essere finalmente stesi alla luce del sole.
Poi mi mancherà la colonia di pappagallini verdi dislocata tra il vecchio asilo comunale e la piazza degli ippocastani. In questa zona tra un gabbiano, un colombo, un merlo ed un passerotto locali, puoi scorgere piumaggi di un verde lime intenso. I pappagallini sono perfettamente integrati nel territorio e nel resto della fauna ornitologica, un esempio concreto di come razze diverse possano convivere in pace e armonia.
Mi mancherà anche il pavimento alla genovese, con i suoi mosaici multicolore. Il miglior amico di una casalinga, una ramazzata ed è a posto. Briciole, polvere e quant'altro, si integrano perfettamente nelle sue geometrie. Sempre perfetto. Elegante e impeccabile. Ma lasciate ogne speranza oh voi che smarrite per terra un micro mattoncino Lego.
Mi mancherà la sveglia dei gabbiani al mattino. Posati sulle sfere di cemento dei terrazzi più alti, questi uccelli maestosi osservano il mare con la serietà di vecchi marinai prima della partenza, poi ad un tratto girano il becco verso l'alto ed emettono il verso più buffo delle specie volatili, un goffo e sonoro "gla-gla-gla".
Mi mancherà il mare. Ma solo lo scorcio che si intravede dalla finestra della cucina, il luccichio delle onde brillarelle, al tramonto. Per il resto questo mare è una controfigura di quello vero. Non che abbia dei pregiudizi nei confronti di un mare piuttosto che un altro, ma qui è stato davvero maltrattato da troppi anni.
Mi mancherà l’albero di mimosa sotto casa. Un’ esplosione di giallo che la primavera è ancora una lontana idea. L'albero di mimosa è un amico che ti porta il desiderato rametto di pallini gialli ogni giorno per almeno un paio di mesi, la felice realizzazione della illusione di santificare la festa della donna per più di una misera giornata all'anno.
Mi mancherà anche la focaccia. Tantissimo. Mi mancheranno i molteplici usi che puoi farne con l’untume che ti rimane sulle dita: puoi usarlo come olio idratante antiscrepolante per le mani d’inverno, lo puoi passare tra i capelli per contrastarne l’elettrostaticità nelle (tante) giornate di vento, puoi risolvere l'antico scricchiolio di una porta. Credo anche che passandolo sui muri bianchi si riesca a vedere attraverso.
Poi mi mancheranno i pomeriggi alla rotonda, l'unico affollato giardinetto della zona. All'uscita da scuola si trasforma in un girone infernale, le maestre dell'asilo adiacente, lo chiamano la bolgia. Questo è quello che passa il convento (leggasi amministrazione comunale) molto avaro nel concedere servizi per bambini. Qui però ci si incontra, ci si conosce e nascono progetti. Ecco, mi mancheranno anche i progetti, quelli piccoli e quelli ambiziosi, nati per caso.
Non ho capito... lasci Genova? Abitavi lì? Dove vai? Bellissimi odori e sapori, comunque, hai fatto foto anche con le parole.
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