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martedì 3 dicembre 2013

Piccole donne crescono. Ma come?

Oggi mi sono recata per alcuni acquisti in uno di quei grandi magazzini dell'abbigliamento dove c'è tanta scelta a prezzi molto accessibili.
A dir la verità in questi casi mi sorge sempre il sospetto che ad una politica di prezzi contenuti non corrisponda una condotta corretta di pieno rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori, ma sulla multinazionale in questione non avevo nessuna informazione a suffragio di questa ipotesi, perciò ho proceduto nell'intento.
(Per un approfondimento critico su ciò che accade davvero nei luoghi di produzione dei nostri vestiti - di marca e sottomarca! - rimando al sito http://www.abitipuliti.org/index.php e alla guida I VESTITI NUOVI DEL CONSUMATORE" di Deborah Lucchetti).
Mi trovavo in questo magazzino per l'acquisto di qualche piccola strenna natalizia, tra cui un completino intimo per la mia cara nipotina che da poco si e’affacciata alla delicata soglia della adolescenza con i suoi dodici anni.
Qui sorge la mia perplessità. Dal completino intimo.
Cercavo qualcosa di simpatico, gioioso e delicatamente femminile.
Tralascerò di commentare le fantasie proposte perché probabilmente lo scarto generazionale non mi permette di apprezzarle a pieno, ma quello che proprio non mi è andato giù è stato trovare scaffali e scaffali di reggi(seni?) imbottiti.
Completini intimi col push-up per 12enni, ma le taglie erano disponibili anche per età ben inferiori.
Io pensavo che quella del reggiseno imbottito fosse una fissa di mia nipote che infatti ambisce molto ad indossarne uno per veder aumentate le sue curve!
Non vorrei sembrare bigotta, so che a dodici anni non si è più bambine o almeno non lo si è più solo ed esclusivamente (differente è invece il discorso relativo allo stesso capo per 8 – 10 anni!!!).
Quello che però mi dispiace dell’imbottitura per una dodicenne è che tra le sue pieghe si insinui vagamente l’idea di avere un difetto da correggere quando ancora il difetto neanche può esistere perché il corpo è in divenire.
E’ come se oltre ad un discorso di continua ipersessualizzazione e strumentalizzazione del corpo delle donne si aggiungesse anche il peso del senso di inadeguatezza e di errore dello stesso se non conforme ai dettami di massa, anche quando si tratta di un corpo di bambina o di adolescente.
Mi chiedo poi quanto questo continuo bersagliamento di parti del corpo vissute come sbagliate si possa ripercuotere nella costruzione della propria immagine di sè o detto in altri termini, sulla fiducia in se stesse, sulla propria autostima, sull’amor proprio.
La televisione ci rimanda continuamente immagini di corpi di donne rifatti, i segni della vecchiaia dei corpi femminili stanno lentamente e progressivamente scomparendo dal panorama mediatico e ora (ma mi sa ormai da anni) si è passati a plasmare anche i corpi di bambine e preadolescenti.

La macchina del business non si tira certo indietro e laddove annusa una tendenza culturale che promette un mercato di vendita si insinua con la proposta di oggetti di consumo non tanto per “provare a fare le grandi” come è giusto e normale che avvenga nel gioco, ma per cambiare, correggere, camuffare e quindi perdere la propria età.


Bambine di oggi = donne di domani!
Definizione liberamente ispirata al titolo del libro di A.A.Fubini "Bambini di ieri = adulti di oggi. Adulti di oggi, adulti di domani".

2 commenti:

  1. Io lavoro nel commercio e il discorso è un po' complesso ma menomale qualcuno ne parla ;-)
    Buon blog!
    Simona

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  2. Buongiorno Simona!
    In che senso il "discorso è un po' complesso"?Mi piacerebbe tanto poterlo sviluppare e aggiungere nuovi punti di vista, grazie mille x il tuo contributo e x il tuo incoraggiamento a parlarne!

    RispondiElimina

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