Entrambi i miei figli hanno reagito molto bene alle novità di questi ultimi tempi e tutto questo mi conferma ciò che già penso: i bambini hanno da insegnare molto a noi adulti anche sul tema "affrontare i cambiamenti".
Alla mia domanda se fosse contento di frequentare un asilo nuovo, Pulce1 mi ha risposto che era molto contento, ma anche preoccupato.
Non poteva descrivere meglio il suo stato d'animo: disponibile alle novità, ma al tempo stesso turbato da ciò che è sconosciuto e si deve affrontare mettendo in campo le proprie risorse (che si spera supportino e aiutino a risolvere i problemi!).
L'autostima d'altra parte nasce anche da lì, dal riconoscersi competenti nell'affrontare cambiamenti, novità o problemi, perché fiduciosi in quelle capacità e risorse personali, che già in passato si son dimostrate efficaci nell'affrontare situazioni sconosciute.
Quindi tutto bene.
Anche le maestre mi sono sembrate accoglienti e soprattutto, dopo averlo conosciuto, entusiaste di questo nuovo acquisto che da subito si è mostrato collaborativo, intraprendente e socievole.
Possibile si tratti dello stesso identico bambino che ha avuto all'inizio della sua avventura nella scuola materna tante difficoltà e ferrea opposizione?
Ricordo ancora con ansia come fosse difficile portarlo a scuola e la mia volontà a non volerlo forzare e a cercare dei compromessi che potessero andare bene per lui, come per esempio una frequentazione "part-time".
Compromesso che abbiamo poi perseguito, ma sempre con la sensazione di essere fuori legge, di viaggiare fuori dalle regole: non è mai stata una soluzione accolta con favore e giudicata come la migliore per questo bambino, piuttosto velatamente è stata catalogata come un capriccio dello stesso ed una sconsiderata gestione di una mamma troppo condiscendente, che in futuro avrebbe sicuramente generato gravi danni!
Per questo mi ha colpito una frase colta nel giardino della scuola mentre aspettavo di recuperare mio figlio.
Le maestre parlavano dei nuovi inserimenti che sarebbero dovuti avvenire di lì a poco: bimbi piccoli che non avendo mai frequentato l'asilo Nido, iniziavano per la prima volta a frequentare un ambiente nuovo, estraneo, lontani dalla presenza di figure conosciute; bambini definiti "difficili", perché sempre stati a casa con la mamma o i nonni , bambini viziati.
Ammetto di essere allergica al termine viziati associato ai bambini, soprattutto così piccoli e che mi infastidisca molto pensare che spesso laddove non ci sia un conformarsi se non piegarsi della volontà del bambino alle esigenze dell'adulto questi venga etichettato come viziato, ma non è tanto questo giudizio in sé che mi preoccupa, ognuno può comunque pensarla come crede e ritenere che un bambino che non si adegua, possa essere stato viziato da una educazione troppo indulgente e permissiva (in parte potrebbe anche essere vero in talune situazioni).
Ciò che in realtà mi preoccupa è il tipo di approccio che qualsivoglia adulto potrà avere con le difficoltà/esigenze/bisogni di un bambino che è già stato etichettato come “viziato”; soprattutto quando si tratta di classicismi di teorie educative ingenue, grossolane, che generano deduzioni sconsiderate del tipo:
bambino piccolo che sta a casa con la mamma = bambino viziato, bambino preso in braccio quando piange = bambino viziato, bambino che non si addormenta da solo = bambino viziato, bambino che prende il seno oltre i sei mesi = bambino viziato, e la lista, purtroppo, potrebbe dilungarsi ancora...
...perché sono veramente tremendi questi bambini che hanno il brutto vizio...di essere bambini!
Bambini molto viziati a spasso in bicicletta! :) |
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