Mani che si stringono, mani che si intrecciano e mani che si legano.
Mani che giocano, mani che scherzano, mani che fanno il solletico.
Mani che lavorano, che inventano, che esplorano.
Mani che cercano, mani che non trovano, mani che rinunciano.
Mani arrabbiate.
Che spingono, che puniscono, che distruggono.
Mani che ricostruiscono, pazientemente.
Mani che invece non ce la fanno.
Mani sporche, mani troppo pulite, mani che sembrano pulite ma sono sporche, dentro.
Mani che si lavano, ossessivamente, e si consumano.
Mani chiuse.
Mani senza vita, mani molto stanche, mani che hanno paura di riaprirsi.
Mani che si schiudono, per scrivere la loro storia.
Mani che si riconoscono, la destra con la sinistra.
Mani che riposano e mani che rinascono.
Mani che accarezzano, mani che accolgono, mani che sostengono altre mani.
Mani che creano.
Mani piccole che cercano l’abbraccio di mani grandi
E mani grandi che in quell'abbraccio si perdono e si ritrovano.
Questa poesia, è un pensiero nato osservando l'impronta delle nostre mani dipinta sul muro della nuova casa...per sentirla un po' più nostra.
Pensando alle mani mi sono venute in mente le tante "storie" che esse potrebbero raccontare, storie che nascono dal senso del tatto, quindi dalla pelle che è uno degli organi più sensibili e ricettivi del nostro corpo.
Storie di contatti, storie di allontanamenti, storie di creatività e storie di distruzione e difficoltà, e mi è piaciuto pensare a come, proprio queste ultime, potrebbero essere superate, attraverso la narrazione scritta.
Attività che avviene anche essa attraverso le mani, che sono il mezzo attraverso il quale apporre il "segno" del nostro pensiero, ovvero un dare concretezza e forma a ciò che per definizione è evanescente.
Infine nell'ultima parte della poesia ho pensato anche a quanto il rapporto tra genitori/adulti e figli si realizzi proprio attraverso le mani e come questi ultimi nel cercare il sostegno alla loro crescita in realtà offrono a noi "grandi" una preziosa occasione di confronto e quindi sviluppo.
Pensando alle mani mi sono venute in mente le tante "storie" che esse potrebbero raccontare, storie che nascono dal senso del tatto, quindi dalla pelle che è uno degli organi più sensibili e ricettivi del nostro corpo.
Storie di contatti, storie di allontanamenti, storie di creatività e storie di distruzione e difficoltà, e mi è piaciuto pensare a come, proprio queste ultime, potrebbero essere superate, attraverso la narrazione scritta.
Attività che avviene anche essa attraverso le mani, che sono il mezzo attraverso il quale apporre il "segno" del nostro pensiero, ovvero un dare concretezza e forma a ciò che per definizione è evanescente.
Infine nell'ultima parte della poesia ho pensato anche a quanto il rapporto tra genitori/adulti e figli si realizzi proprio attraverso le mani e come questi ultimi nel cercare il sostegno alla loro crescita in realtà offrono a noi "grandi" una preziosa occasione di confronto e quindi sviluppo.
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