Quella di sabato doveva essere una serata speciale e lo è stata, anche se ben distante dai programmi iniziali.
E' stato bello fantasticare di centri benessere avvolti dalla nebbia delle langhe, di bagni rilassanti al latte d'asina e cioccolata, di musica new age diffusa nell'etere e di fumosi bagni turchi, mentre fuori una delicata pioggerellina autunnale disegna ghirigori sui vetri delle finestre.
E tutto questo senza dover dover domare bisticci, richieste, capricci!
Un bel sogno, ma quando si e' trattato di concretizzare, abbiamo rinunciato alla fuga romantica e abbiamo optato per il compleanno in famiglia, rumor bianco annesso e connesso.
Non abbiamo rinunciato però ad una dose molto più modesta di tempo per noi e ci siamo concessi il "solito" cinemino, che per chi vive in totale astinenza di mondanità diventa a tutti gli effetti un evento!
Dopo aver accuratamente scelto il film da vedere (in ben 5 minuti prima che in casa scoppiasse il finimondo!) ci siamo diretti alla volta di un cinema alternativo in zona centro città...
e alternativo in effetti lo era perchè il film era in lingua originale!
:)
Come al solito mi era sfuggito un piccolo particolare...
Poco male il film s'intitolava La vita di Adele e nonostante la durata di tre ore tutte in lingua francese (con sottotitoli per fortuna!) e la nostra stanchezza cronica, quasi non ci siamo accorti dello scorrere dei fotogrammi fino al the end.
E' un film che racconta una vita, anzi i capitoli 1 e 2 della vita di una giovane ragazza adolescente come tante. Sono i capitoli fondamentali, in cui si fanno i conti con la propria identita' e la giovane dopo aver riflettutto profondamente su di se' (come neanche a quarant'anni a volte si riesce a fare!nda), Adele che sente di fingere su tutto prende la sua strada.
E la sua strada e' blu, come la cattiveria del gruppo di amiche che la controllano, la criticano, la isolano, blu come la tristezza del ragazzo innamorato di Adele e lasciato senza un perche', blu come i capelli di Emma, il vero Amore per Adele.
Emma e' una donna, emancipata, libera, creativa che letteralmente incrocia la strada di Adele e da quel momento resta appiccicata nel destino della ragazza, quasi ingarbugliata nella sua coda arruffata.
Emma seduce gentilmente Adele e la porta a scoprire una sessualita' profonda, viva, passionale e il regista certo non lesina sia scene che inquadrature che per minuti e minuti (forse anche troppi!) scandagliano nell'intimo questa storia d'amore (e sesso).
Perche' in fondo altro non e' che una storia d'Amore, seppur travolgente di quelle che si spera di vivere almeno una volta nella vita.
L'amore nasce, cresce, evolve, vacilla ed infine, nel loro caso, si perde.
Si perde tra le pieghe di due vite, che seppur unite in partenza da quel pezzo di strada in comune ad un certo punto si diramano in direzioni opposte.
Artista, edonista e socialmente piu' elevata nelle aspirazioni e nelle possibilita' quella di Emma mal si concilia con la direzione piu' pragmatica ed in fondo semplice di Adele.
La distanza tra le due amanti prende vita lentamente, come in qualsiasi storia d'amore, attraverso i dettagli quotidiani: il cibo, per esempio, che Kechiche utilizza ancora una volta (vedi cous cous) per mostrarci l'essenza vitale dei personaggi, una traduzione in pellicola del Feuerbachiano "siamo cio' che mangiamo", cosi' come gli impegni lavorativi e le amicizie frequentate, tutto si frappone fra loro.
Fino all'epilogo dei capitoli 1 e 2 della Vita di Adele.
Questo amore si perde nel più classico dei modi; il regista non ci dice quale strada percorrera' Adele e chi la attraversera'. Forse un nuovo amore, marocchino, agente immobiliare attore mancato e soprattutto maschio? Non si sa, a dire il vero questo aspirante nuovo Amore in un tentato inseguimento la strada la sbaglia, ma di sicuro il messaggio del film che arriva allo spettatore senza sbagliare strada e' che l'Amore e' Amore, senza ricette preconfezionate.
Nessun commento:
Posta un commento