Pagine

martedì 17 marzo 2020

Diario della Capitana, data astrale 17 Marzo, anno duemilaventi

L'emergenza che il nostro Paese sta affrontando ormai da settimane, mi spinge a tornare a scrivere su questo blog.
Siamo chiusi in casa ormai da 10 giorni e mentre il mondo fuori sembra a tratti immobile (solo a tratti, perché purtroppo si vede ancora troppa gente in giro!) la frenesia sembra non placarsi dentro casa.

Lavoro, scuola, attività varie, scout, sport virtuali, incontri sui balconi, incontri in video, aggiornamenti professionali in remoto, chat, videoconferenze, tutto sembra dover procedere paradossalmente con i ritmi precedenti, sembra che in nessun modo vogliamo accettare di doverci fermare, magari a riflettere un attimo su ciò che sta succedendo, ma dobbiamo trovare strategie alternative per andare avanti, per continuare a fare lo stesso tutto quello che facevamo prima, anzi di più.

Arrivo alla sera stremata! Nonostante la clausura domestica, nonostante noi non si esca per nessuna ragione.

In questa situazione, ieri chattando con una amica alla sua prima gravidanza, mi sono resa conto, che come me nella sua stessa condizione, era difficile per lei comprendere quanto la nuova condizione le chiedesse di rallentare, rallentare e rallentare, fino quasi a fermarsi.
Questo è stato l'aggancio per una riflessione sulla attuale condizione che coinvolge tutta la società.

Come per la gravidanza, durante tutti i nove mesi, la società continua a ripeterti il ritornello ipnotizzante: "non sei malata", "puoi continuare a fare le cose di prima", "non è cambiato nulla", così in questa situazione, mi sembra che si continui a negare che tutto ciò ci ha cambiato, ci sta cambiando e che non possiamo continuare a fare quello che si faceva prima.

La negazione è tra i principali meccanismi di difesa descritti da Freud e senza scomodare la psicoanalisi, non ci vuole molto per capire l'illusione nella quale la Vita stenta ad emergere, con gravissime conseguenze sulle azioni dannose che per esempio continueremo a ripetere senza prendere mai consapevolezza dei nostri veri bisogni. Questa poteva essere un'occasione.

Come in una nevrosi collettiva, continuare a negare e non accettare di fermarsi ad "ascoltare", significa non cambiare mai, paradossalmente significa davvero stare fermi, senza evolvere.


Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...