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mercoledì 22 ottobre 2014

Camicie da stirare e femminismo

Facciamo finta che la parola "femminista" non sia una parola terribile e spaventosa, e facciamo finta che non sia del tutto anacronistico oggi utilizzare questo termine.
Fatto questo sforzo immaginativo possiamo iniziare questa storia così: io non sono veramente una femminista. Mi piacerebbe esserlo, ma poi mi ritrovo, come oggi, a stirar camicie (non mie).
Eppure avevo giurato, non più di due settimane fa, che non ne avrei mai più stirate!
Il fatto è che, in fondo in fondo, sono un animo gentile e la consapevolezza di avere "relativamente" più tempo a disposizione, mista alla compassione per quel mucchio di camicie errante che sotto un consistente strato di polvere sembra implorare una degna e inamidata collocazione, alla fine mi ha fatto desistere dai miei propositi.
E poi onestamente preferisco stirare camicie che fare fori col trapano o cambiar lampadine.
Probabilmente infatti sono piuttosto aderente allo stereotipo femminile (...che una società patriarcale e ingiusta attribuisce alla donna...eccetera eccetera eccetera).
Lo sono e lo sono stata; da bambina adoravo aiutare mia mamma nella preparazione di torte e manicaretti e ammirata la guardavo cucire aspettando di poter usufruire dei rimasugli di stoffa per coprire con abiti di altissima couture le nudità delle mie alternativissime Barbie.
Mi piaceva.

Mi è piaciuto forse un po' meno quando lo stereotipo in questione mi ha limitato la libertà di uscita serale o la possibilità di poter conoscere un po' di più il mondo, ma gli stereotipi sono fatti così, generalmente se ne fregano di quelle che sono le attitudini, i desideri e le volontà personali e ti si appioppano addosso come pesanti fardelli che rallentano la corsa e rendono goffa la tua danza della vita.

Di camicie da uomo ne son passate sotto i ponti il ferro da stiro da quei tempi, anche se francamente rimangono oggi pressapoco l'unico indumento che mi cimento ancora ad addomesticare col calore rovente.
Per il resto ho sfatato questo falso mito della necessità di questa pratica: stiro tutto sì, ma con le mani.

Sono una persona che non ha voglia di perdere tempo prezioso, risorsa troppo scarsa, per perderla in un ulteriore faccenda domestica che si crea e si distrugge all'infinito, nel giro di brevi periodi.
Mi evito tra l'altro in questo modo gli isterismi conseguenti all'attività per niente collaborativa dei miei figli, che come tutti i cuccioli, sono liberi e questo gli rende impossibile scindere i due concetti: giocare e sporcarsi.

Mi torna in mente su questo tema, una delle tante perle che sovente mi regala il mio saggio cinquenne: “mamma, dovresti giocare un po’ col tablet, come fa papà!” ed io cercando di trovare una scusa a questa mia imperdonabile mancanza e ritrovandomi (che strano!) col cesto della biancheria sporca in mano, replico ciò che non avrei mai voluto sentir uscire dalla mia bocca: "beh…le mamme fanno altre cose. (???) ...per esempio lavare le lenzuola…"
Per tutta risposta ottengo un sorrisino beffardo e: "Tsè, non serve a niente lavare le lenzuola. Tanto poi le risporchiamo". Triste e amara verità di questi lavori che si fanno e si disfano all'infinito, come una penosa tela di Penelope, in un invisibile affanno quotidiano.

Invisibile, già, perché tornando alle nostre camicie, qualche giorno addietro mentre facevo allegramente colazione, mi si para davanti, vestito di tutto punto, il mio lui, che sorridendo mentre sorseggia il caffè mi chiede: "Amo', vero che non si nota molto che ho messo una camicia non stirata?"
Il biscotto mi rimane per metà in mano e l'altra, quella inzuppata, si spatascia nella tazza, interpretando egregiamente il mio sentimento.
Ora, ammetto di aver bucato, bigiato, tagliato, le lezioni pratiche di "Men's Shirts Ironing Advanced" all'Università, ma questa è un infame offesa e l'onta andrebbe lavata...no, non nel sangue per carità che le macchie son difficili da far venir via! basterebbe un "oh scusa, mi son sbagliato, gli extraterrestri si sono impadroniti della mia volontà e fatto dire scelleratezze impensabili!"

Sarebbe bastato...
Ma che m'importa mi dico, riprendendo la mia colazione, il mio valore (e amor proprio) trascende la capacità di stirare camicie e la auspicabile riconoscenza del mio compagno, anzi la stessa attività alla quale mi sono adeguata piegata (direbbe una vera femminista!) per esigenze famigliari mi svilisce!
Vero, mai più camicie stirate sarà il mio slogan d'ora innanzi...
...ma poi il mio fervore femminista si perde in un turbinoso giramento di scatole al sol pensiero che mia suocera le stirasse meglio! :)
Blob di panni da lavare che fuoriesce dal cesto della biancheria per invadere...la città!

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