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mercoledì 16 dicembre 2015

10 (+2) buoni consigli da NON seguire per diventare blogger di successo (ovvero dei miei deliri di scrittura digitale)

Un buon consiglio diamolo sempre a qualcun altro. È l'unica cosa da farne giacché non è di nessuna utilità per noi stessi.
Oscar Wilde, Un marito ideale, 1895
Per la rubrica "sBlOGga il tuo potenziale" oggi spiegherò bene come diventare blogger di successo (e contemporaneamente il perché io NON lo sarò MAI, ma questo fa parte della rubrica "autostìGmati" che è tutto un altro dire).
In primis c'entrano sicuramente le abilità di scrittura.
Io personalmente uso la tecnica (improvvisata) della scrultura, ovvero di fronte al vuoto del foglio digitale reagisco gettando un magma di grafemi, parole e punteggiatura in qualche modo collegato ai miei pensieri e sul quale piano piano inizio a lavorare come uno scultore-scrittore: plasmando, rifinendo, spostando, lisciando e soprattutto...togliendo, togliendo, togliendo, devota al motto di Madame De La Fayette "un soldino per ogni parola risparmiata, dieci ogni due", fino a quando una forma leggibile e soddisfacente non emerge dalla materia di bit e pensieri sfusi un tot al chilo.



Ma una buona scrittura (beati voi se ce l'avete) non è il solo segreto per emergere.
Fatto salvo che non sia un'operazione semplice quella di farsi notare oggi in una blogosfera infinitamente ricca di contenuti (più o meno) interessanti scritti  (più o meno) abilmente, se mai esistesse un metodo per ritagliarsi un piccolo angolino di notorietà, cari lettori esultate perché potete ritrovarlo nei miei "saggi" consigli di blogger "navigata" (maddecchè)...
...MA li dovrete mettere in pratica AL CONTRARIO!

Cominciamo.

uan - scrivere senza una cadenza regolare.
Per esempio nell'arco di due giorni pubblicare dieci post, poi lasciarsi fagocitare dal mostro cattivo mangia-tempo e dal buco nero dell'inedia e sparire per settimane.
Riemergere solo quando l'unico commento che giace da tempo in attesa di moderazione inizia a dare segni di auto-decomposizione.

ciù  - scrivere senza una linea editoriale.
Ovvero scrivere di ciò che pare: un post serio sull'emergere degli stereotipi di genere, uno ironico sulle realtà dei  gruppi di mamme su whatsapp, uno faceto su come diventare un blogger di successo. Aggiungere una ricetta estemporanea di una minestra di sole, un tutorial su come si prepara la neve finta e un articolo serio sull'allattamento, il gioco del disorientamento è fatto. Il lettore non saprà più se si trova sul blog di Muciaccia o sul sito della Leche League.

tri - essere sempre fuori tempo.
Se l'autunno è finito scrivere un post sull'autunno, quando tutti parlano di Inside Out con slancio lavorare sull'argomento, abbandonare il post dopo poche ore e infine concluderlo (forse) dopo mesi quando ormai più nessuno sa cosa sia.
Non è difficile, con esercizio si possono raggiungere ottimi risultati: scrivere il post per la festa della mamma un paio di giorni dopo o il post sul Natale in prossimità di Ferragosto (se pensate sia difficile potete aiutarvi seguendo il palinsesto della programmazione delle puntate di Masha e Orso).

for: essere Social (ma un po' snob).
Non sia mai che si condivida un post pubblicamente sul proprio profilo identificato con nome e cognome! Vergognarsi un pochino e restringere il gruppo di amici riducendolo ad un drappello di fidatissimi (o ritenuti tali).
Rodersi nell'eterno dubbio social snob:  mi si nota di più se condivido o se non condivido per niente? Oppure se condivido un po' in disparte?
(Questo approccio ai Social mi ricorda di quella volta che ad un matrimonio ho avuto l'ardire di gridare "E PER GLI SPOSI...." ma quando la platea si è zittita per il seguito, mi è uscito un timido "hip hip" a cui è seguito...il nulla! Tutti han ripreso a parlare compreso il mio accompagnatore che si è girato dall'altra parte per continuare il suo discorso con amici).
Insomma se non ci credi neanche tu in quello che stai dicendo, figurati gli altri!

faiv - non invitare gli amici a cliccare MI PIACE sulla pagina facebook.
In fondo è una scocciatura quando lo chiedono gli altri, perciò essere fedele fino in fondo alla filosofia "non fare piacere agli altri, se non vuoi venga fatto piacere a te" (o qualcosa del genere).
La pagina Facebook otterrà una decina di mi piace, pochi ma buoni, veramente sentiti, come quello della mamma e di un tuo debitore di piaceria.
In compenso voi avrete sparso MI PIACE ai quattro venti.

sics - non utilizzare foto personali.
Va bene scrivere un blog, ma la privacy dove la mettiamo?
Fregarsene dell'effetto Grande Fratello e proteggere la propria privacy, o illudersi di proteggerla senza cedere alla tentazione di catturare audience giocando sul proprio bisogno narcisistico e sul piacere voyeuristico di chi segue.
Se proprio è impossibile, fotografarsi a pezzi. Non come dopo l'incontro con un maniaco assassino, ma nel senso di fotografarsi per zone anatomiche: i piedi in riva al mare, metà viso, un occhio, la propria ombra. I followers veramente affezionati (o i maniaci assassini di cui sopra) avranno la pazienza di ricostruirvi come in un puzzle.

seven - non curare la grafica.
Illudersi che "con uno smartphone in mano oggi siam tutti fotografi!", scarabocchiare disegni per passione e utilizzare Internet per finalmente divulgare le proprie creazioni urbi et orbi.
Ma siccome nel Web ci son (anche) furbi di sicuro non orbi, si capisce benissimo che è tutto hand made al limite della decenza.
Negare.
Dire che lo si fa per non utilizzare immagini con il copyright e continuare a scarabocchiare e a scattare selfie casalinghi. Completare l'opera lasciando qualche link interrotto qua e là - poi lo metto a posto - e rimandare a domani, ma all'infinito, l'inserimento del widget con i pulsanti social.

eit - aprire più blog contemporaneamente.
Scrivere un po' di qua un po' di là. Chiuderne uno. Ripensarci. Riaprirlo con un altro titolo. Richiuderlo.
Giurare che sarà l'ultima volta. Ma quasi, quasi...questa è quella giusta melosento melosento.

nain: scrivere per elenchi.
Anche se non si hanno punti a sufficienza per concludere l'elenco.

ten - Non essere originale
Severamente vietato fare copia e incolla, ma ispirarsi allo stile di quel blogger fantastico, a ciò che scrive quell'altro, alla grafica di tizia e ai colori di caio, può essere un ottimo esercizio.
Lasciarsi tentare dal cercare di applicare la formula del successo di qualcun altro, assicurandosi così che non venga mai il proprio turno!

ten (bis) - continuare imperterriti ad utilizzare Blogspot snobbando Wordpress.
Osservare l'eleganza, la linearità, la pulizia e le potenzialità di Wordpress e come la volpe che osserva l'uva raccontarsi che per oggi Blogspot ha soddisfatto la propria fame di followers.


Ora parliamo sul serio...
ten (bis bis) - aprire il proprio blog e...sorridergli
è evidente: è un blog artigianale, fatto a mano, con tutte le sbavature della mancanza di esperienza e di capacità, ma è il tuo blog, una tua creatura. Ora che lo guardi bene...ti somiglia pure!
Probabilmente non sarà mai un blog di successo, ma non importa, sii  felice, perché è successo che nascesse (e un po' crescesse) un blog.

2 commenti:

  1. Ama il tuo blog come te stessa... mi dice @blogghidee sempre, e divertiti!! Brava, divertente!
    A presto
    Silvia

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    Risposte
    1. Ma...sono commossa.
      Un ottimo suggerimento quello di @blogghidee, grazie x avermelo girato :)

      Elimina

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