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giovedì 24 settembre 2015

(I don't) miss (you), Italia

Bazzicando su Facebook anche poco poco (come mi succede sempre più ultimamente) non è possibile non imbattersi nella polemica legata ad una specifica affermazione rilasciata dalla neo Miss Italia credo poco prima di essere eletta.
Intervistata da uno dei vip presenti, alla domanda "in quale epoca avresti voluto vivere, quale personaggio avresti voluto essere e perchè" pare che la sventurata meschina, sebbene la più bella dello Stivale, abbia risposto con una serie di castronerie poco felici che purtroppo per lei (e anche un po' per noi!) hanno assunto sui Social un'amplificazione spropositata.

AMMETTO di non aver seguito la trasmissione.
AMMETTO di aver letto sui Social i contenuti della gaffe.
AMMETTO di aver scritto anche io un piccolo, piccolissimo, post in merito, senza immagini, con un accento nostalgico verso le miss dei bei tempi andati, che alla domanda "qual è il tuo sogno nel cassetto" rispondevano la pace nel mondo, ma giusto ai fini di ricordare che in effetti il 21 Settembre cadeva la ricorrenza della giornata internazionale della pace indetta dalla assemblea delle Nazioni Unite.
AMMETTO di aver visto a posteriori il video con la sequenza incriminata.
AMMETTO di aver oggi riconsiderato molto l'accaduto.

Non si tratta di buonismo o di ostentazione di magnanimità, ma piuttosto di una serie di considerazioni che da qualche giorno mi frullano in testa.
Primo, se la risposta della neo-miss non ha brillato per cultura?Moralità?Furbizia? , non ha brillato secondo me neanche la domanda rivoltale. Non mi sembrava altrettanto acuta, anzi piuttosto mediocre e abilmente posta per mettere in difficoltà in un momento di grande emozione; forse per piccare il contenuto di un programma che risente da tempo di cali di share. O è semplice piacere sadico nel confondere il proprio interlocutore dall'alto della propria posizione sicura?
Da cui la seguente considerazione:
secondo, molte interviste in televisione, dai suvvia, sono preparate. Politici, giornalisti, uomini di spettacolo e di cultura è altamente presumibile che preparino prima i loro incontri e interventi, ma proprio sulle partecipanti ad un concorso di bellezza occorre accanirsi? E ditegliele prima le domande, vagliate insieme le risposte, fate diventare il concorso stesso un momento formativo per le partecipanti, non sacrificatele sull'altare del sacro mostro degli ascolti!
Terzo, la miss ha fatto una gaffe. Grave? Terribile? Offensiva? Riascoltando il video è OVVIO che non ha saputo esprimere correttamente il suo pensiero, che è uscito arruffato e infantile.
Ok bella, sei Miss Italia da oggi - scappellotto - e da domani mettiti a studiare seriamente e rifletti a fondo su come ti esprimi, perchè sei un personaggio pubblico.
Invece da giorni una ragazza di diciotto anni subisce lo sbeffeggio selvaggio di media e popolo Social, talvolta soft e ironico altre volte pesante e decisamente offensivo.
Mi spaventa molto l'eco incontrollabile ed enorme della Rete che oggi si abbatte su una giovane donna che sperimenta così il prezzo carissimo della fama. Il pensiero va a meccanismi simili che supportano certe dinamiche di violenza digitale come il cyberbullismo o il sexting: accanimento, offesa e persecuzione.
Quarto, non ho potuto non pensare a Samantha. A chi? La Samantha italiana, la Cristoforetti.
L'angelo nazionale che dall'alto delle sue celesti (e spaziali) dimore ha vegliato con sguardo pietoso sulle nostre piccolezze. Sì lei, lei che di sicuro ci avrebbe fatto riflettere e avrebbe saputo sbalordirci con la sua risposta alla stessa maledetta domanda.
Lei che ha subìto sui Social il medesimo trattamento, ma al rovescio.
Intelligente, acuta, abile è stata colpita...per il suo aspetto fisico.
Stessa amplificata polemica sui Social.
Chi difendeva, chi perculava.

Sì insomma sai che c'è donna?...sei bella? Devi essere anche brava.
Sei brava? Non basta, devi essere anche bella, attraente, piacevole.
Donne che mancano sempre di qualcosa, difettose, che non vanno bene, non sono mai abbastanza.
Ma vuoi vedere che alla fine dietro tutto 'sto parlare, tutta 'sta polemica ci sta sempre il solito sottile, insidioso bisogno di controllo che si esprime attraverso l'umiliazione esasperata?
Che noia. Il solito triste souvenir d'Italie, mi vien da dire I don't miss you, Italia.


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